26-11-2016 INAUGURAZIONE SITO di SAN FELICE SUL PANARO (MO)

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“Zincol va oltre il terremoto

SAN FELICE SUL PANARO (MODENA)

È una rivincita – costata oltre 25 milioni di euro– contro il sisma di quattro anni fa e contro una crisi di mercato che dal 2008 non molla la presa. Una riscossa che parte dalla ricostruzione di 18mila metri quadrati di capannoni industriali e l’acquisto di tecnologie all’avanguardia punta prima a riconquistare il 40% di fatturato perso sul mercato interno e poi a crescere oltreconfine. Protagonista è il gruppo vicentino Zincol, leader in Italia nella zincatura industriale a caldo, che ha inaugurato ieri a San Felice sul Panaro (epicentro modenese del terremoto del 2012) il nuovo stabilimento, dove sono al lavoro una cinquantina di dipendenti, sui 340 del gruppo. Una fabbrica-modello rinata sulle macerie di quella che la società di Barbarano Vicentino – 62 anni di storia nei trattamenti di protezione di acciaio e metalli – aveva acquistato nel 2004 per farne il secondo polo produttivo (dopo il quartier generale veneto) dei setti attivi nel Nord Italia, ma resa completamente inagibile dalle scosse. «Metratura e capacità produttiva (70mila tonnellate l’anno, ndr) sono rimaste quelle pre sisma, ma oggi questo è il nostro stabilimento più innovativo per soluzioni tecnologiche, sicurezza sul lavoro, tutela dell’ambiente, efficienza energetica e di processo», sottolinea il presidente e proprietario di Zincol Italia, Giancarlo Desirò, al taglio del nastro assieme al presidente della Regione Stefano Bonaccini. «È stato un grande lavoro di squadra di tutta la nostra comunità – afferma Bonaccini – a permettere a questa azienda, come a molte altre nel cratere, di restare e di scommettere sul proprio futuro qui. Questo progetto è frutto di un importante finanziamento regionale di 18,2 milioni di euro, di cui 7,6 milioni per la struttura e 10,6 per i beni strumentali». «Riconosco alle amministrazioni di questa terra una capacità di dialogo con le imprese e di trasparenza e di lucidità che non ho trovato in Veneto, Lombardia o Friuli, le altre regioni in cui operiamo e dove con la crisi abbiamo chiuso due dei nostri nove siti. Mentre abbiamo investito qui a San Felice 7 milioni di tasca nostra, sugli oltre 25 complessivi del progetto , per una scossa della coscienza (o incoscienza) di noi imprenditori di fronte al dramma post terremoto. Abbiamo deciso di ricostruire nel sogno di tempi migliori. Ma per essere competitivi ora ci serve la Cispadana. La logistica è un fattore strategico per il nostro business». Il sogno di Zincol è che ripartano edilizia e cantieristica, in particolare quella navale del nuovo polo Unifer di Finale Emilia. Per risalire già nel 2017 a 45 milioni di fatturato (40 quest’anno, ma erano 70 i milioni di ricavi prima della crisi) e arrivare a commesse internazionali al seguito di grandi clienti come Impregilo e Fincantieri. «All’estero con il nostro know-how e le nostre tecnologie non avremmo competitor» assicura Desirò. Una certezza che spiega i 32 milioni di investimenti in tecnologie e innovazione che Zincol ha distribuito nel Nord Italia dal 2008 .”

© RIPRODUZIONE RISERVATA Ilaria Vesentini IL SOLE 24 ORE

“SAN FELICE. Rinasce a San Felice sul Panaro, , la Zincol Italia, azienda attiva nel settore della zincatura a caldo dell'acciaio, fortemente colpita dal terremoto che si è abbattuto sull'Emilia nel maggio del 2012. Il sito produttivo, ristrutturato dopo il sisma, è stata inaugurato oggi alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione, Stefano Bonaccini e l'assessore regionale alla Ricostruzione e alle Attività produttive, Palma Costi. Il gruppo Zincol ha un giro d'affari di 45 milioni di euro e 340 dipendenti, con sede a Barbarano Vicentino e altri sei impianti distribuiti tra Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Emilia-Romagna tra i quali lo stabilimento modenese, acquisito nel 2004 e che, con una capacità produttiva di circa 70.000 tonnellate annue, rappresenta il secondo impianto per dimensioni del gruppo. L'intervento per la rinascita dello stabilimento, si legge in una nota di Confindustria Modena, è ammontato complessivamente a «25 milioni di euro in parte fondi propri dell'azienda e in parte contributi regionali». Nel dettaglio, per quanto riguarda la parte regionale - si legge in una nota della stessa Regione Emilia-Romagna - il finanziamento è stato di «oltre 18 milioni di euro, di cui 7,6 milioni per la struttura e 10,6 per i beni strumentali»: ora, viene osservato, «può ripartire con la produzione, rimettendo al lavoro 45 persone». Quello fatto a San Felice sul Panaro, spiega nella nota il presidente emiliano-romagnolo, Bonaccini è stato «un grande lavoro di squadra che ha permesso anche a questa azienda, come a molte altre nel cratere, di restare e di scommettere sul proprio futuro». A giudizio di Costi, «è una grande soddisfazione vedere un altro importante tassello produttivo dell'Emilia-Romagna risorgere dopo il sisma: la testimonianza che insieme, con la collaborazione della proprietà e degli amministratori locali, ci si può rialzare più forti di prima».”

GAZZETTA DI MODENA

Taglio del nastro